A Campodolcino in carrozza sullo Spluga

Sabato 13 luglio alle ore 21 nella Stüa Granda del Muvis di Campodolcino si terrà la presentazione del libro “In carrozza sullo Spluga” a cura degli autori Enrica Guanella e Guglielmo Scaramellini e l’inaugurazione della mostra iconografica esposta fino al 2 agosto.

Il libro raccoglie numerose testimonianze di viaggi in carrozza compiuti attraverso il valico dello Spluga a seguito dell’apertura della nuova carrozzabile nel 1822. Resoconti alle volte esilaranti oppure drammatici che testimoniano come viaggiare attraverso le Alpi fosse un’esperienza indimenticabile. La seconda parte a cura del prof. Scaramellini ci svela i retroscena e alcune curiosità sulla costruzione della strada e sui personaggi, più o meno noti, che l’hanno percorsa.

Approfondisce poi il fenomeno dei viaggi pittorici e della messa in scena della realtà geografica che celebra i luoghi più iconici della via dello Spluga, concludendo con lo sviluppo del termalismo e la nascita del turismo e degli sport alpini in valle.

Il progetto della strada, a firma dell’ing. Carlo Donegani, venne commissionato dal governo Austroungarico, che a quei tempi dominava il LombardoVeneto, per avere un rapido collegamento tra Italia e Svizzera.

La realizzazione di questo manufatto straordinario attirò numerosi viaggiatori che scelsero l’itinerario dello Spluga, sia per la bellezza dei paesaggi che per le ardite soluzioni ingegneristiche che suscitavano stupore, ammirazione ma anche timore in quelli che percorrevano la strada per la prima volta. La mostra propone una serie di immagini dei luoghi più pittoreschi della strada.

Si inizia con Coira, antica cittadina capoluogo del Canton Grigioni, segue il paese di Thusis, vivace centro commerciale sullo sbocco della famosa Via Mala, e ci si addentra nella profonda forra scavata dal tumultuoso Reno, per poi sbucare nella piana dello Schams punteggiata da pittoreschi paesini fra cui quello di Zillis con la sua famosa chiesa romanica.
La strada prosegue attraverso la piccola Via Mala con le cascate della Rofla e fa tappa al villaggio di Splügen, punto di sosta e di congiunzione fra le strade del San Bernardino e dello Spluga.

Si risale con una lunga serie di tornanti fino al valico dello Spluga, per poi scendere a Montespluga, primo avamposto italiano dove poter rifocillarsi, riposare e passare i controlli della Dogana. Proseguendo la discesa si passa per i nuclei di Stuetta e Teggiate, entrambi dotati di Casa di Ricovero. Una lunga serie di gallerie conduce al paesino di Pianazzo adagiato sulla spalto roccioso del Sengio, caratterizzato dalla maestosa cascata e da una serie di tornanti e gallerie letteralmente aggrappate alla parete rocciosa.

Ecco poi Campodolcino e la sua verde piana, le numerose locande fra cui l’hotel Posta, il ponte romano e la Chiesa. A seguire la variante dello Stuz con l’arco di roccia, poi Cimaganda, Gallivaggio e il suo Santuario, il paese di San Giacomo, e in fondo alla valle l’antica città di Chiavenna, crocevia di mercanti, pellegrini e viaggiatori. Il viaggio proseguiva fino a Riva di Chiavenna, sul laghetto di Mezzola, dove ci si imbarcava per Como.

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